Finalmente è arrivato il week end. Sono in aeroporto pronta a partire per la Capitale. Finirò questo post strada facendo. Ma sabato mattina deve essere pronto per voi. La mia decisione di non lavorare venerdì Santo, è stata una buona idea perché altrimenti non avrei potuto portare a termine tutte le cose che avevo in mente.
Mentre ero in macchina e ascoltavo la radio, ho sentito parlare di punti di riferimento. Il servizio, partito con un’ intervista a Gabriel Garcia Marquez, era incentrato sulle persone che ispirano ognuno di noi, sugli esempi che tendiamo in modo assolutamente naturale ad emulare. Nella vita ho avuto la fortuna di avere molte persone alle quali ispirarmi e ho imparato che più riusciamo ad osservare il prossimo, più cose meravigliose vedremo venir fuori. Non voglio minimamente generalizzare perché, allo stesso modo, capita spesso di incontrare persone che trasmettono negatività. Ma quando incontriamo persone con le quali si instaura un certo feeling, dovremmo ascoltare di più, lasciare noi stessi un passo indietro per attingere dalle esperienze e dai modi dell’altro. Troppo spesso mi sono indisposta perché ho incontrato in altri, atteggiamenti lontani dai miei e troppo spesso me ne sono allontanata senza capire subito che la diversità è ricchezza; che se pensassimo tutti allo stesso modo, sarebbe una noia mortale. Gabo nell’intervista (che non avevo mai sentito prima d’ora) diceva che ha difeso durante la sua vita l’idea di circondarsi di cose e persone belle. Penso volesse dire questo: consigliava di circondarsi di punti di riferimento. Quelli che lui ha incontrato, gli hanno permesso di rendere immagini le sue idee e proprio da quelle immagini ha scritto storie meravigliose. Lui partiva sempre da un’immagine per scrivere un libro, mai da un’idea. L’idea riusciva ad apparirgli così chiara solo dopo aver avuto la visione, l’immagine.
Questo avvicinamento al realismo mi affascina da matti. Per me la cucina è un po’ così. Quando penso a cosa preparare parto sempre da un’immagine e da quella costruisco un piatto fatto di idee. Non fraintendete le mie parole: non mi sento per nulla vicina alla maestosità di Gabo. Mi piace solo il pensiero che la mia cucina parta da un’immagine sulla quale si possano costruire idee. Forse questo lusso è dato dalla leggerezza di chi non lo fa per mestiere nella cucina di un ristorante. Per la giornata di oggi sarebbe bene stare leggeri, ma con gusto. Ho riprodotto a casa, secondo il mio personalissimo palato, dei gamberi sale, pepe e zenzero mangiati in un ristorante cinese sotto casa. Fatti con ingredienti freschissimi sono una vera bomba.
Ingredienti: code di gamberi (la quantità è veramente a seconda dei vostri stomaci), una radice di zenzero, 2/3 cippollotti (dipende da quanti gamberi cucinerete), sale, pepe e olio di semi per friggere, olio evo.
Procedimento: incidere le code di gambero una ad una sul dorso estraendo l’intestino nero e facendo attenzione di non dividerli a metà. Lavarli bene e asciugarli. Pelare lo zenzero e affettarlo con attenzione a striscioline sottili e piuttosto lunghe. Pulire bene il cipollotto e affettarlo a rondelle. In una padella mettere a soffriggere con olio evo lo zenzero e 3/4 del cipollotto. Appena iniziano a sfrigolare spegnere un momento e lasciare da parte.
In un altro pentolino (meglio a bordi alti) mettere a scaldare l’olio per la frittura (che sia abbondante e possa contenere comodamente i crostacei). Immergere quindi i gamberi e lasciarli friggere per circa 3 minuti. Scolarli, asciugarli bene e riunirli nella padella con cipollotto e zenzero dove potremo riaccendere il fuoco per un altro minuto. Al termine condire con sale (se possibile fior di sale) e pepe e l’ultima parte del cipollotto fresco. Caldi sono squisiti!!
Keep in touch and keep cooking.
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