voglia di spaghetti alla carbonara
Sono rientrata da Roma un po’ provata. Non è proprio il massimo visitare una città con la febbre. Ieri era praticamente estate. La mia temperatura, tenuta accuratamente sotto controllo dalla tachipirina, mi permetteva di avere freddo al sole o caldo in mezzo a correnti d’aria. Immaginate quale potesse essere il mio stato di ieri sera, rientrata da Roma: uno straccio!!! Stamattina però mi sono alzata pronta a riprendere la mia vita con la solita energia. Non sono in formissima ma ce la metto tutta per non lasciarmi vincere dall’influenza. Certo che farsi venire la febbre mentre si è via non è da tutti eh!?!?
Roma invece è una città per tutti. Penso che sia difficile non apprezzare un luogo come questo. Ha una ricettività incredibile. E’ in perenne stato di “assedio” di pellegrini e turisti che vengono da ogni parte del mondo. E ce la mette veramente tutta per affrontare la cosa in modo organizzato e naturale. La calma e il senso dell’umorismo dei romani è innato e forse dipende proprio dall’atteggiamento di pazienza che gli abitanti di un luogo del genere devono necessariamente avere. Alle funzioni religiose c’è chi sta al telefono o parla ad alta voce senza curarsi della ragione per la quale altri assistono a qualcosa che non è uno show televisivo o il circo. In mezzo a monumenti storici o opere d’arte immense c’è chi è più attento alla fotocamera piuttosto che a godersi le meraviglie che magari non capiterà più di vedere. Siamo fatti così, siamo esseri umani e siamo veramente tutti un po’ disattenti. Roma invece è attenta a tutti. Soddisfa qualunque esigenza, sia essa culturale o sociale. C’è una vita brulicante in ogni quartiere, di notte e di giorno. Puoi cenare bene a basso prezzo in luoghi caratteristici e sorridere alle battute divertenti e non invadenti di camerieri. Puoi girovagare anche di notte cercando solidarietà negli altri turisti che, come te, aspettano un bus che tarda ad arrivare (il 23 ci ha dato filo da torcere,sappiatelo). E poi c’è la città Romana che in ogni angolo lascia intravedere un pezzo di se e non puoi non immaginare la vita di duemila anni prima e volere, anche per un solo giorno, essere proprio in quello che al tempo era il vero ombelico del mondo. Sono stati giorni belli (nonostante la febbre maledetta) ma troppo brevi, come sempre quando si sta bene. Porto con me un sacco di immagini e qualcuna la voglio condividere con voi. E in più, visto che non ho potuto mangiare una bella carbonara come si deve, condivido la mia personale ricetta di uno dei piatti romani per eccellenza: spaghetti alla carbonara (per 4 persone).
Ingredienti: 350 gr. di spaghetti, 150 gr. di guaciale, 4 uova + 1 tuorlo, 100 gr. di pecorino, sale e pepe
Procedimento: Mettere sul fuoco una pentola con acqua abbondante. Salare leggermente (essendo il guanciale già saporito). Tagliare il guanciale a dadini e metterlo sul fuoco in una padella antiaderente; lasciarlo sfrigolare finché non diventerà croccante. Poi toglierlo dal fuoco e lasciarlo raffreddare leggermente. In una ciotola sbattere le uova e il tuorlo con una frusta unendo il pecorino e il pepe. Aggiungere il guanciale, quando sarà freddo. Mettere in cottura la pasta nella pentola quando è a bollore e, quando sarà al dente, scolarla. Mettere la pasta dentro alla ciotola con le uova sbattute (non nella pentola dove la temperatura è stroppo alta) e girare gli spaghetti nella salsa. Aggiungere altro pepe e pecorino, all’occorrenza e secondo i gusti. Servire subitissimo…..
Keep in touch and keep cooking.
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