E’ sabato e torna la voce degli altri. E’ la volta dell’uomo più eccezionale sulla faccia della terra. So di non essere obiettiva. Forse non è così in modo universale ma ai miei occhi apparirà sempre straordinario e pieno di cuore, testardo e polemico per partito preso, generoso e puro. E’ mio fratello, un vero artista e uno degli amori della vita donati dal cielo.
Non so quale sia la materia che preferisco; materia intesa nel senso più ampio del termine. Ho molte passioni. Il colore, il disegno la pittura sono state mie profonde ossessioni per lungo tempo ed ho imparato a tenerle a bada; sono diventate col tempo una cosa importante e una forma di terapia. Ora le ho messe da parte per un po’, perché sono molto concentrato su un’altra materia per me molto importante: il suono. Questa è per me fondamentale. La conosco molto bene, l’ho studiata e cerco in continuazione di tenermi al passo e di aggiungere materiale che possa completare il quadro. In casa mia, la musica è sempre stata presente in svariate forme: dischi in vinile, cd e cassette audio. Per non parlare di walkman, impianti stereo, radio, cuffie e chi più ne ha più ne metta. Centinaia sono gli oggetti che servono a riportare suono e rumore nella quotidianità delle persone. Il suono della mia vita parte da questi oggetti. Fino ad un certo punto della mia esistenza, la mia curiosità si è limitata all’ascolto: un ascolto sempre attento, rispettoso e profondamente curioso. Poi l’ascolto si è evoluto naturalmente, dalla dimensione casalinga a quella dal vivo un po’ prima che avessi venti anni. Qualche anno dopo, vedendo uno dei tanti concerti della band blues italiana per eccellenza, la Treves Blues Band, successe una cosa singolare. Vidi la luce: come successe per “Joliet” Jake Blues nel film Blues Brothers, interpretato da John Belushi, ho ricevuto, seppure indirettamente, una specie di missione divina dal sacerdote evangelizzatore del Blues, Fabio Treves il Puma di Lambrate, che nel suo ultra decennale impegno nel portare in giro per l’Italia la musica popolare americana, si è fatto carico, nel tempo, di spiegare agli avventori, le radici e il significato della musica del diavolo. In questo suo impegno di divulgazione appassionata, spesso Treves sottolinea la semplicità e la immediatezza che contraddistingue la composizione delle canzoni blues, nella struttura e nella ripetizione di questo modello e di questo approccio musicale, molto importante per tutta la musica occidentale. Questo discorso fu la mia luce. Avevo sempre sentito dire che suonare uno strumento era una cosa complicata da imparare e che era necessario cominciare da bambini, percependo questo discorso, come un mio personale treno perduto irrecuperabilmente molto tempo prima. Le parole del buon Treves rendevano questo ragionamento una mezza verità, se non addirittura una falsità: fu sufficiente per tornare a casa, sequestrare la chitarra acustica di mio padre e iniziare a fare rumore. Sono passati molto anni e sono contento di essere stato graziato da questa chiamata. Autodidatta, poco capace in verità, non posso permettermi di suonare chissà quale composizione, ma oggi posso dire che legno e metallo, accoppiati assieme, sono di certo due tra le materie che possono rendere la mia esistenza migliore. Regalatevi un ukulele o una chitarra e starete meglio con voi stessi e con il mondo.
Francesco
Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=f82FUaqfZQU
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