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Elena e i suoi sogni

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Cari amici, oggi parla Elena. Ci racconta la passione e la dedizione di chi ogni giorno realizza il proprio sogno professionale. Di chi lo ha scelto e lo porta avanti con tenacia ogni giorno. Traspare la sua delicatezza e l’attenzione che presta a chi ha la fortuna di incontrarla. Non le manca mai il sorriso anche quando la vita la mette a dura prova. Cerca la strada migliore per affrontare tutto e tutti. La lascio a voi….ne apprezzerete la dolcezza! Io intanto corro a preparare la merenda che ci suggerisce.

Piove, non piove, c’è il sole che poi sparisce… non si capisce bene cosa voglia fare il tempo oggi, resta il fatto che ogni tanto queste giornate non mi dispiacciono affatto perché mi portano inesorabilmente indietro nel tempo a quando, da bambina, rompevo l’anima alla mia mamma affinché mi lasciasse uscire in giardino a giocare con il rischio di inzupparmi tutta per il classico temporale estivo che puntualmente arrivava (ho avuto la fortuna di crescere in una casa che aveva accesso ad un giardino davvero enorme, con tanto di montagnetta dalla quale in inverno, con la neve, si poteva scendere con lo slittino).
Sono sempre stata un maschiaccio e questa cosa mi ha accompagnato per tutta la vita. Tant’è che sin dalle elementari, da grande, sognavo di fare l’informatico – che allora era tipicamente un lavoro “da maschio”. E così è stato…. Ho realizzato il mio sogno e l’ho trasformato nel mio lavoro quotidiano che ho svolto con passione e dedizione per diversi anni finché mi sono resa conto che cominciava ad andarmi stretto. Oddio, i sogni di bambina stavano lasciando il posto al malessere, all’insofferenza.
E’ stato in quel momento che ho avuto la fortuna di imbattermi in quello che era il sogno di qualcun altro. Io, l’anti-sport per eccellenza (per forza, ero una chiavica in tutte le discipline sportive !!), ho iniziato a lavorare come segretaria in una palestra dove si respirava la voglia di fare, di crescere e dove si percepiva l’entusiasmo di chi aveva fatto nascere questa attività.
Beh, dopo diversi anni questa è diventata anche la mia attività, è diventata anche la mia palestra.
Certo, non è stato facile mollare tutto così e cambiare totalmente direzione ricominciando da capo; non è stato facile neanche per chi mi era ed è tutt’ora vicino… grazie mamma (anche se eri la meno convinta del cambiamento che stavo facendo), grazie papà (il tuo appoggio nel momento di grande sofferenza che stavi vivendo ha fatto la differenza), grazie Chica e grazie Natale…senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile. Grazie di cuore Lele perché mi hai permesso di condividere il tuo sogno facendolo diventare anche il mio. E grazie ai “nostri ragazzi”:Vale, Tia, Beppe, Vero, Simo…grazie, perché lavorare con voi è davvero un grande piacere.

P.S. la merenda che la mamma preparava in giornate come questa è il “chisceul” (credo che il nome sia dal dialetto bresciano). Assomiglia alla tipica frittella delle bancarelle.
Mettere 3-4 cucchiai colmi di farina bianca tipo 00 in una scodella, aggiungete un pizzico di sale e acqua q.b. per ottenere una pastella che non deve essere troppo liquida. Versate in una padella antiaderente nella quale avrete fatto scaldare un filo di olio, la pastella stando attenti che questa non attacchi alla superficie. Fate dorare per bene (ci vogliono circa 5-6 minuti) e quando la frittella sarà pronta, eliminate con carta assorbente l’olio in eccesso. Cospargete la superficie di zucchero e godetevela con un buon thè che è la morte sua… Buona merenda !

Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=zt7kEqWlSyc

Elena 

http://www.palestraproforma.it

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the very inspiring blogger award

the-very-inspiring-blogger-awardPer prima cosa ringrazio quindi La Sphiga di Grano blog che seguo da poco ma destinato ad essere un punto di riferimento per imparare importantissime informazioni sulla celiachia.

La Sphiga di Grano ha scelto me per passare il testimone de The Very Inspiring Blogger Award. Si tratta di un riconoscimento fra blogger, dato ai blog che più ci piacciono ed ispirano. Trovo entusiasmante la solidarietà e l’amicizia  che regna il mondo dei blogger. E’ proprio il genere di atteggiamento che mi piace: onesto, rispettoso e intelligente. E’ un modo importante di imparare a conoscere il prossimo senza invidia cattiva ma con la voglia di migliorarsi con il sorriso.

Ecco le regole da seguire:

  1. ringraziare il/la blogger che vi ha nominato;
  2. elencare le regole e visualizzare il logo del premio;
  3. condividere sette fatti su di voi;
  4. nominare altri 15 blogger e notificargli la nomination.
  5. mostrare il logo del premio sul tuo blog e seguire il/la blogger che ti ha nominato

 

I 7 fatti su di me 🙂

  1. Amo camminare a piedi scalzi;
  2. Ho la fobia degli scarafaggi;
  3. Sogno una vita in campagna;
  4. Se potessi viaggerei per metà dell’anno;
  5. tutto, nella mia vita, è riconducibile ai numeri 7 e 11;
  6. Sono attratta dalle persone curiose e che divorano la vita;
  7. Vivo in perenne conflitto tra stabilità e libertà.

 

Ecco i blogger che ho selezionato:

  1. http://vatineesuvimol.blogspot.it
  2. http://www.s-notes.net
  3. http://foodwinehotel.com
  4. http://storiedicibo.com
  5. http://missbeckyshabbycottage.blogspot.it
  6. http://www.monpetitbistrot.com
  7. http://paneburroealici.blogspot.it
  8. http://foodlovecouture.wordpress.com
  9. http://inesweb.wordpress.com
  10. http://nonsolofood.com
  11. http://giovannacacciuto.wordpress.com
  12. http://fornellidisalvataggio.wordpress.com
  13. http://questionedistileblog.wordpress.com
  14. http://likemimagazine.com
  15. http://lilimadeleine.com

…in realtà ne avrei ancora molti altri, ma ci saranno nuove occasioni per citarli tutti!

keep in touch and keep cooking.

 

Francesco e la sua musica

chitarratetoE’ sabato e torna la voce degli altri. E’ la volta dell’uomo più eccezionale sulla faccia della terra. So di non essere obiettiva. Forse non è così in modo universale ma ai miei occhi apparirà sempre straordinario e pieno di cuore, testardo e polemico per partito preso, generoso e puro. E’ mio fratello, un vero artista e uno degli amori della vita donati dal cielo.

Non so quale sia la materia che preferisco; materia intesa nel senso più ampio del termine. Ho molte passioni. Il colore, il disegno la pittura sono state mie profonde ossessioni per lungo tempo ed ho imparato a tenerle a bada; sono diventate col tempo una cosa importante e una forma di terapia. Ora le ho messe da parte per un po’, perché sono molto concentrato su un’altra materia per me molto importante: il suono. Questa è per me fondamentale. La conosco molto bene, l’ho studiata e cerco in continuazione di tenermi al passo e di aggiungere materiale che possa completare il quadro. In casa mia, la musica è sempre stata presente in svariate forme: dischi in vinile, cd e cassette audio. Per non parlare di walkman, impianti stereo, radio, cuffie e chi più ne ha più ne metta. Centinaia sono gli oggetti che servono a riportare suono e rumore nella quotidianità delle persone. Il suono della mia vita parte da questi oggetti. Fino ad un certo punto della mia esistenza, la mia curiosità si è limitata all’ascolto: un ascolto sempre attento, rispettoso e profondamente curioso. Poi l’ascolto si è evoluto naturalmente, dalla dimensione casalinga a quella dal vivo un po’ prima che avessi venti anni. Qualche anno dopo, vedendo uno dei tanti concerti della band blues italiana per eccellenza, la Treves Blues Band, successe una cosa singolare. Vidi la luce: come successe per “Joliet” Jake Blues nel film Blues Brothers, interpretato da John Belushi, ho ricevuto, seppure indirettamente, una specie di missione divina dal sacerdote evangelizzatore del Blues, Fabio Treves il Puma di Lambrate, che nel suo ultra decennale impegno nel portare in giro per l’Italia la musica popolare americana, si è fatto carico, nel tempo, di spiegare agli avventori, le radici e il significato della musica del diavolo. In questo suo impegno di divulgazione appassionata, spesso Treves sottolinea la semplicità e la immediatezza che contraddistingue la composizione delle canzoni blues, nella struttura e nella ripetizione di questo modello e di questo approccio musicale, molto importante per tutta la musica occidentale. Questo discorso fu la mia luce. Avevo sempre sentito dire che suonare uno strumento era una cosa complicata da imparare e che era necessario cominciare da bambini, percependo questo discorso, come un mio personale treno perduto irrecuperabilmente molto tempo prima. Le parole del buon Treves rendevano questo ragionamento una mezza verità, se non addirittura una falsità: fu sufficiente per tornare a casa, sequestrare la chitarra acustica di mio padre e iniziare a fare rumore. Sono passati molto anni e sono contento di essere stato graziato da questa chiamata. Autodidatta, poco capace in verità, non posso permettermi di suonare chissà quale composizione, ma oggi posso dire che legno e metallo, accoppiati assieme, sono di certo due tra le materie che possono rendere la mia esistenza migliore. Regalatevi un ukulele o una chitarra e starete meglio con voi stessi e con il mondo.

Francesco

Soundtrack:     https://www.youtube.com/watch?v=f82FUaqfZQU

 

chitarrateto1

musicateto

 

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nata per vivere in un mondo di burro e zucchero

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Note di Cioccolato

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Cucinare è Vita

Luca Centurelli

fotografia, siti internet, grafica: Ancona, Marche

Ascolta i sapori

Questa pagina e' un omaggio a chi mi ha fatto amare la cucina, i sapori di una volta, la qualita' e la ricerca, la passione, e qualche colpo di testa!

La Sphiga di Grano

Piccolo manuale di sopravvivenza alla celiachia