Il viaggio. Mi ci hanno nutrita da piccola. Mi hanno portata in giro per il mondo. In anni in cui ancora non era estremamente facile, io ho avuto questo privilegio. Non esattamente consapevole dell’incredibile regalo ricevuto e ben lontano dal turismo di massa, ho visto luoghi di cui conservo la memoria; luoghi che aprono la mente, che permettono di vedere le cose da un’altra prospettiva. So chi ringraziare per questo. Spero di averlo fatto, spero di farlo tutti i giorni ma non è mai abbastanza.
A volte capitava addirittura di essere dall’altra parte del mondo pensando al prossimo viaggio, quasi come se a casa non si potesse stare. Probabilmente era così ma a me piace pensare di essere stata nutrita a viaggi e fantasia, mi piace l’idea di avere in me un po’ l’anima zingara di chi ha bisogno di conoscere continuamente posti nuovi.
Normalmente direi che poi invece, acquisendo un po’ di tranquillità, mi sono calmata. Ma non è così. La dura vita, invece, mi ha dato meno energia per correre in giro per il mondo.
Comunque, anche se la smania di girovagare in continuo è un po’ sopita, penso che dentro , in fondo al cuore, ci sia sempre la fiammella che, per poche banali ragioni, mi farebbe prendere, partire e, forse non tornare! Quel viaggio sarebbe però un viaggio diverso . Sarebbe quello che ti porta dritto verso il tuo destino, come se senza questo immancabile passo, tu non potessi concederti il lusso di andarci incontro a quello stesso destino.
Sto pensando di tornare in India. Era la fine dell’anno 1999 e l’inizio del nuovo millennio. Alcune volte , dopo anni, dimentichiamo alcuni particolari relativi ai nostri viaggi. Ma di quel Capodanno non potrei dimenticare neanche un secondo. I colori dei Sari delle donne in lontananza nella campagna del Rajasthan uniti alla terra rossa dei campi, sono tonalità che scaldano il cuore. Erano migliaia i fedeli in riva al Gange, nell’ultima notte del millennio, intenti a compiere riti religiosi e attorniati da milioni di fiori di loto adagiati sul fiume con all’interno candele brillanti come milioni di stelle. Probabilmente oggi ho bisogno di quel contrasto: rumore assordante del traffico unito al silenzio contemplativo dei luoghi di culto. I miei occhi hanno bisogno di quei colori, del profumo del cumino per le strade e dei sorrisi gentili di persone che non hanno nulla ma che sorridono perchè nella vita non vale mai la pena smettere.
Mentre cerco di mettere a punto un preventivo per questo viaggio (cosa tutt’altro che semplice se decidi di andare via a Natale) continuo a concentrarmi sui colori. Al mercato ho trovato dei meravigliosi frutti di bosco e ho fatto una crostata di frutta fresca. Sono finalmente riuscita a mettere a punto una ricetta perfetta per la pasta frolla dopo una serie lunghissima di tentativi.
400gr di farina – 200 gr di burro – 200 gr di zucchero – 2 uova -1 scorza di limone non trattato – 1 pizzico di sale
Il tutto direttamente in planetaria e il gioco è fatto!!! Io la lascio riposare in frigorifero. Ma una passata in congelatore, secondo me, la rende ancora più friabile.
E poi lascio a voi la fantasia di colorarla come meglio credete ispirati da luoghi magnifici e profumi esotici. Notte notte
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