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ravioli dolci con fragole e menta meditando una partenza

_MG_2059modificataGli Aborigeni nel deserto Australiano ritenevano che il loro territorio fosse attraversato da un labirinto di linee immaginarie, visibili solo ai loro occhi, le “Vie dei Canti”. Si trattava delle “impronte degli Antenati” lungo le quali si spostavano da un luogo all’altro. Mi è rimasta impressa nella mente questa storia letta ne Le Vie dei Canti di Bruce Chatwin parecchi anni fa.
L’ impulso di muoversi, di spostarsi e di migrare ha sempre caratterizzato l’uomo fin dall’antichità e credo che il viaggiare rappresenti un momento fondamentale di crescita; un’opportunità unica per apprendere e confrontarsi con modi di vita e culture diverse. Viaggiare è per me una fantastica avventura che regala benessere fisico e mentale. E’ quasi una filosofia di vita che cerco di salvaguardare quando comincio a pensare ad un viaggio. Cerco informazioni di carattere storico, artistico, geografico e soprattutto sociali, nella profonda convinzione che “l’elemento umano”, ancora, costituisca un aspetto di fondamentale importanza per conoscere il paese dove andrò. Dopo aver letto quel libro mi è capitato tante volte, tra le rovine di antiche civiltà o sotto la volta stellata in pieno deserto, di chiudere gli occhi ed immaginare le voci ed i canti di quanti prima di me si sono trovati in quel luogo. Canti che hanno da sempre scandito i vari momenti della vita umana: momenti belli e brutti, momenti di gioia e di dolore, canti di pace e canti di guerra, gridati o sommessi. Cerco strade alternative rifuggendo da programmi troppo veloci e pre-organizzati, pacchetti per turisti usa e getta, itinerari di viaggio oramai relegati ad un ruolo sempre più secondario. Cerco “l’esperienza di viaggio”, un modo di rapportarmi alle persone che incontrerò. Cerco luoghi dove altri possano avere cura della mia sete di conoscenza. L’obiettivo è quello di trarre piacere e nutrimento dal viaggio. Gli imprevisti sono dietro l’angolo, praticamente sempre, ma oltre al momento di evasione, questa esperienza può contribuire all’accrescimento culturale e personale. Di questo sono consapevole….

Avrete capito, sto organizzando una partenza…..

Ravioli dolci con fragole e menta (da una rivista che ho scoperto di recente e che si chiama A Tavola)

Ingredienti: 2 rotoli di pasta frolla (se non c’è il tempo per prepararla a casa), 300 gr. di fragole, 2 cucchiai di zucchero di canna, metà lime, menta fresca, 1 tuorlo d’uovo, 2 cucchiai di maizena, una manciata ancora di zucchero di canna e zucchero a velo.

Procedimento:lavare le fragole e tagliarle a cubetti molto piccoli. Unire la menta sminuzzata. Aggiungere lime e zucchero e lasciare macerare 10 minuti. Nel frattempo stendere la pasta frolla e ricavare tanti dischetti con un taglia biscotti. Rimettere la pasta frolla in frigorifero a rassodare. Nel frattempo separare il sughetto che si è formato dalle fragole e aggiungere la maizena. Mescolare fino a sciogliere tutti i grumi. Riunire alle fragole e amalgamare bene. Su metà dei dischetti di pasta frolla adagiare al centro le fragole, ricoprire con un altro dischetto e chiudere il biscotto con l’aiuto di una forchetta dopo aver bagnato leggermente i bordi del dischetto in modo che aderisca bene. Al centro del biscotto fare 4 forellini che lascino uscire l’aria. Sbattere un tuorlo d’uovo e spennellare sopra ogni dolcetto. Spolverare con lo zucchero di canna e infornare a 180° per 10 minuti. Quando saranno pronti ed intiepiditi spolverare con lo zucchero a velo.

Soundtrack (è tornata la mia Dj):   http://www.youtube.com/watch?v=VEpMj-tqixs

keep in touch and keep cooking

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Down to the river!!!

La voce suadente del Boss mi ha spinta nuovamente a scrivere. Non che sia mancata la voglia in questo periodo. Non che non ci siano state occasioni ed argomenti. Potrei banalmente addurre a banalità quali impegni, lavoro e bla bla bla ma faccio parte di quei  pragmatici che credono che volere sia una condizione sufficiente per fare (non tutto, ma questo sì). Se non si riesce c’è una ragione. Giusta, rispettabile e intima a sufficienza per non indagare, ma c’è! Ieri sera Springsteen mi ha fatto venire voglia di cantare, di ballare, di ascoltare e di scrivere. Posso dire che il mio viaggio interiore ha fatto solo un altro piccolo passettino nel cammino della vita.  Oggi avrei avuto il desiderio di cancellare tutta la libreria di i-tunes per reinserire tutto ciò che oggi mi rappresenta. Amo il divenire  dell’essere umano e quando la vena creativa prende il sopravvento, il rischio che si possa generare qualcosa di formidabile mi fa venire i brividi lungo la schiena. Cosa ho fatto in questo lungo mese?? pensandoci la mia mente si svuota…diventa un foglio bianco ma non è così. Se volessi potrei pensarci ma non è interessante. Mi pare invece interessante comunicare che sul Gambero Rosso Channel ho incontrato Lorraine Pascale. Personalmente la trovo la Venere Nera della nuova cucina inglese. Veramente il mio genere di programma. Baking Made Easy è stuzzicante. Non si parla solo di ricette ma lo stile è al confine tra Francia e Inghilterra. E’ curioso come in Italia non esistano programmi di questo genere. Abbiamo una delle cucine più favolose al mondo. Dovremmo essere i migliori ma anche in questo campo abbiamo insegnato il nostro sapere al mondo senza prenderci la briga di imparare qualcosa mentre stavamo distribuendo i nostri preziosi segreti. Forse siamo altezzosi e boriosi…non lo so. Quello che è certo è che, anche in tv, non riusciamo a dare ai nostri programmi di cucina gli stessi colori di altri paesi che non hanno la metà della nostra tradizione e del talento che abbiamo noi. Ma ora voglio tornare a Lorraine. Credo sia un fenomeno in Inghilterra in questo momento. Ex modella, bella e sorridente. Ma non è questo il suo punto di forza. E’ accattivante ed è easy…veramente easy come le sue ricette. Propone canapè, focacce, brownies con i biscotti e muffins. Si diletta nel fare il pane in diversi tipi e cita la nonna con il tuo immancabile tea time delle 17.00. Apparentemente niente di speciale ma non è così. La regia di questi programmi è precisa. Cucine familiari, il setting è una casa. Che sia ambientato in campagna o in un piccolo appartamento di East London poco importa perché riesci sempre a ben immaginare la vita dello chef che sta cucinando. Alla fine pensi che la sua vita sia così. Descritta con colori vividi. Cucine piene di ciò che lo rappresentano ma attrezzate a dovere con tutto quello che serve ad un grande chef o ad un appassionato di cucina. Materiali naturali su quali stendono impasti o frutta e verdura combinandoli con grazia fino a nutrire occhi e menti. Così il lavoro è già fatto. Nessuno ha assaggiato il piatto ma ciò che si è visto ha permesso di nutrire l’immaginazione e hai modo di sentire le papille gustative  già in fermento…perchè sai quanto sarà delizioso.

Sono di ritorno da Londra.  Si vede , vero?? sembro quasi di parte. Va bene. Lo confesso. Con Londra non sono obiettiva. E’ un’ossessione tale che ci vado in continuazione. Mi domando e mi domandano come mai ancora io non abbia deciso di traslocare. e la risposta qual’è?!?!?! non lo so. E’ una di quelle cose a cui non so dare una spiegazione ma, senza pensarci molto confido nel fatto che prima o poi, una risposta arriverà.

Per sentirmi un po’ a Londra ho deciso di dare inizio alle serate in terrazzo…altra famosa tradizione di casa mia. Il tempo , fino ad ora, non lo aveva permesso ma questo fine settimana pareva essere il giusto inizio. Non è stato possibile organizzare la festa delle ciliegie che avevo progettato. Perché?? il mio ciliegio ha deciso che, per quest’anno , non meritavamo ciliegie….e me l’ha fatto capire bene. Ha deciso di farne solo una che mi è cascata sulla testa mentre sistemavo i fiori. Poi basta….più nulla! Alquanto bizzarro ma dicono che sia normale.

Ieri sera è stata una bella serata. Tanta allegria…leggerezza…come piace a me…! quando è così non mi accorgo del tempo che passa e la serata è volata. I preparativi sono stati duri perché, come al solito, il sabato è una giornata densa di commissioni e impegni anche se rimane sempre il giorno che preferisco. Ma dalle 15 ieri si è cucinato. Avvalendomi della preziosa collaborazione di Vale ho sfamato 15 persone.  Il cous cous non poteva mancare. Così come l’insalata greca. Era la prima festa in terrazzo e le tradizioni (sopratutto quelle nate per caso) vanno rispettate. Poi ho deciso di ascoltare un po’ del richiamo della terra che porto nel cuore: la Sicilia. Quindi polpettine di melanzane con menta (sono andate letteralmente a ruba) e cannoli di ricotta con cannella e gocce di cioccolato. Prima di questo, però avevo anche bisogno di dare ascolto a Lorraine che in questi giorni mi ha così tanto catturata. Quindi ho preparato dei maccheroncini al formaggio gratinati al forno. Ovviamente ho fatto anche il pane ai cereali.

Prosecco come se piovesse e Spritz preparato direttamente in caraffa in modo che non mancasse mai….

La serata è trascorsa tra chiacchiere e risate……e in mezzo a un sacco di palloncini bianchi e candele. Un bel sabato……

Alla prossima……..

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senza avere paura…..

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Sono stati giorni di feste, piccoli ponti che hanno concesso respiro, seppure per pochissime ore. Non sono andata via. Il desiderio è stato quello di restare. Rimanere a casa per far posto alla primavera. O almeno al desiderio della primavera tanto attesa. Non c’è verso. Non riesce ad arrivare. Madre Natura ha deciso di non regalare ancora giornate sulla mia bicicletta blu con il cestino di paglia. Allora ho fatto posto nell’armadio. Ho cercato di favorire il cambio di stagione. Sotto un’acqua battente, insistente fino a far cambiare umore anche a me.

Però qualche piccolo angolo di sole ce lo siamo guadagnato. Un Brunch in compagnia per la Festa della Liberazione ci voleva proprio. Vale ha preparato i pancakes. Ormai sono affare suo. Non chiede niente ed è diventata un’esperta. Quindi ore 12.00 tutti a tavola. La mente ha avuto necessità di un Cous Cous al profumo di menta per sentire un po’ di quei raggi che sfiorano i chiostri dei Riad di Marrakech. Gli occhi invece hanno bramato i pomodori di Pachino con feta greca e olive taggiasche. Frutta come nel giardino dell’Eden e Paradise dei Coldplay a completare la magia. Così abbiamo girato l’Italia fino ai confini con l’Africa. E non ci siamo fatti mancare nulla. Un’altra delle mie passioni più radicate: il viaggio. Mi ci hanno nutrita da piccola.  Alla fine si tratta sempre di nutrimento per le nostre vite. Amore, cibo, vita, viaggi, musica, arte….

Nutrire la propria vita. Riempirla con gentilezza delle persone che amiamo, delle occasioni per condividere le piccole cose. E’ questo che cerco. E’ questo che mi impegno a ritrovare ogni giorno. Non è facile, per niente….ogni tanto. Ci sono giorni che ti sembra che il mondo si muova mentre tu sei ferma. Ci sono giorni che ti sembra che il mondo si sia svegliato con il solo scopo di graffiare. Ma poi quella giornata finisce e tutto si ridimensiona….E hai la possibilità di tornare a respirare profondamente. Senza avere paura….

Oggi che giorno è?!?! lo so ma non mi interessa. Oggi voglio trattenere un po’ il respiro, perché venga da solo quello che è giusto. E’ tornato il sole. Il mio terrazzo sta iniziando a lasciarsi andare senza che lo si aiuti in alcun modo. Ma non sono contenta. Voglio dell’altro. Lo scoprirò, devo!! Ho un’idea ma è troppo vaga. E’ confusa dalle mille cose stupide della vita. Manca il tempo per fare tutto ciò che vorrei. Il tempo per la riflessione, per la ricerca. Senza avere paura….non serve! so che c’è e io lo troverò. Sono quasi le 21 ma ho ancora tempo……

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