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Milano-Roma e peperoni in agrodolce

_MG_7952modificataDiario di una giornata di lavoro diversa.
Milano-Roma: andata. Attraversare l’Italia in treno è, per me, un po’ come l’arrivo di una fresca brezza dopo giorni di grigiore. Respiro passando in mezzo a colline, campi e prati. Osservo il cielo cambiare tonalità, le nuvole diventare bianche e spumose come montagne di panna montata. Mi godo la luce che filtra fino ad illuminare alberi di mimose gialle già pronte per essere annusate. Mi concentro sulle piccole case, sui paesi e sui
borghi di un’Italia che amo e che, ogni tanto, mi lascia preplessa, densa di problemi e ingolfata da anni di maltrattamenti interni, quasi come fosse il peggior nemico di un popolo che troppo spesso dimentica da dove viene.
Noto un gregge di pecore così grande, su un campo verdissimo, neanche fossimo in Irlanda o in Nuova Zelanda. Le meraviglie di un paese così prezioso, così pieno di vita e di risorse possono ridonare il sorriso in giorni troppo pieni di problemi da risolvere. Sentiamo di dover assolutamente affrontare duramente guai, insidie, vicissitudini e ogni sorta di problema annusiamo nell’aria. Anche quando non ce n’è ragione. Anche quando dovrebbe essere l’ultimo dei nostri pensieri. Ieri parlavo con un conoscente che non sta bene. Lucidamente ha ammesso come, anche in caso di malattia, il cervello si contorca in struggimenti ridicoli verso problemi che, in realtà, non sono problemi. Io sono fortunata, lo so. Me lo dico spesso. Ma anche io mi arrotolo sempre troppo nel cercare sempre una rapida risoluzione dei guai. Riesco a dire grazie, però. Il viaggio è così breve. Un lusso, da un certo punto di vista. Un vero peccato, dall’altro. Avrei voluto non finisse mai.

Roma-Milano: ritorno. Tornare verso casa è sempre stato un percorso complicato per me. Troppe volte ho sperato di non doverlo fare. Troppe volte avrei voluto proseguire un viaggio. Troppe volte avrei voluto seguire qualcuno. Oggi non più. Oggi tornare a casa è un miracolo. E immaginare il rientro è ancora più emozionante. Dal mio treno si vede l’oscurità. Allora immagino solo le vite di quanti vivono in tutti questi kilometri , tra Milano e Roma. Anche oggi non mi sono fatta mancare il brivido del rischio, del ritardo di chi non sa accontentarsi. Non ho preso un taxi per raggiungere il mio appuntamento. Troppo facile. Non vuoi dimostrare a te stessa quanto sei indipendente e organizzata anche in una città che non è la tua? Nooo..troppo semplice. Non sarei io. Nel bene e nel male. Vittima di un server crollato chissà dove, non riuscivo a riconsegnare la mia car sharing. Non riuscivo a contattare il servizio clienti, preso d’assalto da migliaia di sventurati come me. Ho gridato contro l’auto. Ho messo in dubbio di essere fuori dalla cerchia consentita. Mi sono disperata. Mi sono ricreduta. Ho chiamato casa perchè si collegassero con Marte o con il buon Dio e mi trovassero una soluzione. Poi ho abbandonato l’angoscia e ho pensato che non fosse così grave. Mi avrebbero aspettata al mio appuntamento. Ho avvisato e atteso che qualche anima pia mi fornisse una soluzione plausibile. Non ho pensato di tornare a Milano con la macchina. Questo no. Sarebbe stato eccessivo anche per una piccola aspirante Mac Giver come la sottoscritta. Sono sopravvissuta e questo ritorno in treno è stato ovattato dal suono della mia musica nelle orecchie, da voci amiche al telefono, da messaggi d’amore con la mamma e dalla voglia di aprire la porta di casa. Ho capito bene il concetto di “insieme” e non guardo indietro quando torno a casa. Lascio il sole alle spalle, come in una bella giornata di estate. Vado verso il luogo esatto dove vorrei essere, con la strada illuminata da sfumature rosa e viola….
Non ho cucinato oggi; e penso che non lo farò neanche stasera perchè sono sfinita. Mi concederò un comodo e romantico delivery e le coccole smisurate dei miei micini che spero non mi abbiano distrutto casa in questa lunga giornata da soli.

Buona giornata, amici!!

Peperoni in agrodolce:

Ingredienti: cipolla, peperoni rossi, peperoni gialli, sale, zucchero, olio evo, aceto, uvetta e pinoli.

Procedimento: mettere in ammollo in acqua l’uvetta. Lavare e pulire bene i peperoni facendo attenzione di togliere le pellicine interne e i semi. Tagliare i peperoni a striscioline e la cipolla in anelli piuttosto sottili. In una padella far scaldare un filo di olio evo. Aggiungere la cipolla e lasciare stufare per qualche minuto a fiamma moderata. Unire i peperoni e far cuocere 3/4 minuti. Condire con sale, zucchero, una spruzzata di aceto e un paio di cucchiai di acqua. Aggiungere infine l’uvetta strizzata e i pinoli. Coprire il tutto e lasciare cuocere per 15 minuti.

Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=djV11Xbc914

keep in touch and keep cooking.

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Babbo Natale e un curry svuotafrigo

_MG_6707modificataSono andata in posta a spedire un pacchetto, un regalo di Natale ad un’amica che vive lontano. Ho immaginato cosa contenessero tutte le scatole che ho visto, tutte le buste accatastate alla rinfusa. Alcune colorate, altre del tipico colore naturale della carta da pacco. Ho pensato alle storie di vita di chi aprirà quei doni, ai sentimenti di chi, invece, li ha inviati. In un luogo che normalmente è asettico, noioso e per molti una scocciatura, ho immaginato storie di ogni genere. Ho respirato la magia di tutti questi pensieri. Ho visto la strada che percorreranno, tra un camion e un aereo, per finire su una bicicletta guidata da uno studente di una grande città o su un furgoncino che consegna la posta in luoghi sperduti in mezzo alle montagne. E le lettere? che magia le lettere. Ho fantasticato pensando a tutte le buste con sopra scritto Babbo Natale. Non ne scrivo una da anni ma avrei dovuto farlo, quest’anno. Anzi dovrei scriverla tutti gli anni. Ho pensato a sacchi e sacchi di juta legati in cima e pieni di lettere dirette al Polo Nord; lettere di bambini, di ragazzi, di adulti e anziani che non hanno smesso di credere a Babbo Natale. Ricordo ancora quando in 5° elementare la mia classe, in trepida attesa, si interrogava e dibatteva su Babbo Natale. Alcuni di noi erano convinti che non esistesse, altri giuravano di averlo visto. Altri ancora, pur non avendo questa convinzione, non volevano credere che non fosse vero, non volevano rassegnarsi. Ma avevamo un patto con la nostra maestra. Di lei ci fidavamo, sapevamo che non ci avrebbe mentito. Eravamo d’accordo che prima di andare alle medie ci avrebbe rivelato la verità. E così fu. E’ stato un passaggio fondamentale nella mia vita, lo ricordo molto bene ancora oggi. Ma io non mi sono rassegnata e ho continuato a credere a Babbo Natale.

C’ è aria di partenza a casa mia e così il frigorifero piano piano si intristisce rimanendo sempre più vuoto. E’ in questi momenti che preparo i piatti che preferisco. Quelli dettati dal caso, quelli dove è veramente necessaria la fantasia per mettere insieme i pochi ingredienti di cui disponi, quelli che prepari con il cuore perché dovranno essere degni di una ricetta studiata nei minimi dettagli. L’altra sera  è andata così e vi mostro il risultato. Complice, forse, un programma che ho visto di uno chef che racconta lo street food thailandese, mi sono lasciata prendere la mano e ne ho fatto la mia versione svuota frigo.

Straccetti di tacchino al curry con cavolfiori colorati:

Ingredienti: filetti di tacchino, cavolfiori colorati, latte di cocco (o panna), curry, olio evo, uvetta, pinoli, sale e pepe.

Procedimento: portare ad ebollizione abbondante acqua salata. Tagliare i ciuffetti di cavolo e lavarli bene. Immergerli quindi nell’acqua bollente per circa 8/10 minuti. Nel frattempo mettere l’uvetta in ammollo in acqua. Tagliare il tacchino a striscioline. In un’ampia padella o un wok mettere un filo di olio evo e far cuocere a fiamma viva il tacchino per circa 2 minuti. Aggiungere quindi i cavolfiori scolati, i pinoli e l’uvetta strizzata. Condire con sale e pepe. Aggiungere il curry e il latte di cocco. Lasciar cuocere ancora 2/3 minuti. Servire con riso basmati.

Soundtrack:https://www.youtube.com/watch?v=nZ6yQgBvuoI

keep in touch and keep cooking.

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di riflessioni e torta paesana

_MG_1389modificataMi alzo e piove anche questa mattina. L’estate non vuole proprio farci compagnia. Mentre penso questo il cielo si apre e un raggio di sole attraversa la mia finestra e arriva dritto sul monitor. Sorrido.

E’ evidente che sono piuttosto stanca. E’ la mia ultima settimana di lavoro e di blog. Ho deciso che starò con voi fino a venerdì e poi anche cookingsullenuvole andrà in vacanza fino a settembre. Forse scriverò ogni tanto; forse no. Non lo so ancora e non lo voglio decidere ora. Prendo così tante decisioni! Almeno in questo spazio non ho voglia di prenderne. State connessi, però!! Non si sa mai.

Andrò e verrò. Ho prima bisogno di qualche giorno di decompressione, per forza: devo ricaricarmi di energia. Poi un po’ di tempo con il mio nipotino mi permetterà di tornare bambina e farlo felice dedicandomi a lui. Poi il viaggio: ormai sapete che non posso farne a meno. Infine il mare: ho bisogno di vedere il mare, con il suo spazio infinito e l’orizzonte così netto ed impalpabile. Ho voglia di riempire gli occhi di quel blu cobalto che solo il mare riesce a dare.

I bilanci normalmente li faccio arrivati a questo punto. Per me l’anno finisce qui. Non so rispettare il calendario solare. Non mi interessa. A dicembre fa troppo freddo e non mi sento di fare troppi pensieri. Adesso, stanchezza a parte, sono pronta per riflettere, pensare e fare progetti.

Vista l’acqua di ieri e la dispensa che deve necessariamente svuotarsi ho preparato una torta che ho avuto il piacere di assaggiare pochi anni fa: la torta paesana. La ricetta mi è stata gentilmente donata quindi fatene tesoro anche voi.

Ingredienti: 400 gr. di brioches (io ho usato una colomba avanzata da Pasqua :-D) e biscotti secchi, 100 gr. amaretti, 100 gr. uvetta, 100 gr. cacao amaro, 1-2 panini imbevuti nel latte, 1 litro di latte, 1 bustina di lievito, sale, scorza di limone, pinoli, burro e farina.

Procedimento: lasciare ammorbidire i panini nel latte e ridurli in pezzetti. Aggiungere le brioches e i biscotti secchi ben spezzettati, gli amaretti, l’uvetta, il cacao, il latte, il lievito, il sale, i pinoli e la scorza del limone. Amalgamare bene tutto con le mani fino ad ottenere un impasto omogeneo che non sia troppo liquido né troppo asciutto. Imburrare ed infarinare una teglia e mettere in forno a 180° per 1 ora.

Soundtrack:https://www.youtube.com/watch?v=UCmUhYSr-e4

keep in touch and keep cooking



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Luca Centurelli

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